Dopo l'attentato dell'11 settembre 2001, Mohamedou Slahi viene arrestato in Mauritania con l'accusa di aver reclutato uno degli attentatori delle Torri Gemelle e trasferito in gran segreto nel carcere di Guatanamo, dove è incarcerato senza alcuna prova. Qualche anno dopo Nancy Hollander, avvocata per i diritti civili, si interessa del caso di Slahi e decide di assumerne la difesa in vista del processo che lo condannerebbe alla pena capitale. Confrontata all'omertà dell'esercito statunitense e tra molte difficoltà, Hollander riesce ad accedere ai dossier sugli interrogatori di Slahi a Guantanamo e scopre che la sua presunta confessione è stata estorta dopo anni di torture e maltrattamenti fisici e psicologici. Rivelazioni che scagionano Slahi dalle accuse, ma che non impediscono al governo degli Stati Uniti di trattenerlo in detenzione per altri otto anni.