Pane e liberta'


L'unita' dei lavoratori: e' questo il filo rosso che lega tutta la vita, incredibile e avventurosa, del grande sindacalista Giuseppe Di Vittorio. Dalla morte del padre, quando a 8 anni viene strappato alla scuola e destinato al lavoro nei campi come spaventacorvi, fino all'assalto alla Camera del Lavoro di Bari mentre la moglie Carolina sta dando alla luce il figlio Vindice, passando attraverso gli episodi mitici dei primi scioperi bracciantili, la fondazione della scuola serale, la morte dei compagni piu' stretti durante la repressione feroce per mano dei latifondisti, fino alla sua elezione a Deputato nelle fila del Partito socialista, la morte di Matteotti e la fuga in esilio dopo la condanna da parte del Tribunale Speciale a 12 anni di carcere. L'attivita' politica prosegue dall'esilio a Mosca e a Parigi, poi la guerra di Spagna, il conflitto con il Partito Comunista a cui si era iscritto nel 1924, l'amicizia con Buozzi e Grandi, il suo arresto e vicissitudini storico-politiche che si mischieranno a travagliate vicende personali: la morte dell'adorata moglie Carolina e l'incontro con Anita, la donna, piu' giovane di lui di 30 anni, che sara' la sua compagna fino alla sua morte.

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