Sguardi sul mondo - Essere felici


Val Malvaglia, un fine settimana di luglio dello scorso anno: un variopinto e allegro serpentone s’inerpica lungo il sentiero che conduce ai 2'150 metri di altitudine dell’alpe di Luzzone. Lo compongono 120 giovani studenti delle tre facoltà di architettura svizzere (Accademia di Mendrisio e politecnici federali di Losanna e Zurigo) in marcia verso un singolare workshop ideato e diretto dall’architetto Martino Pedrozzi. Nella spettacolare cornice offerta dalla valle, gli studenti trascorreranno due giorni a spostare pietre – quelle pietre che un tempo costituivano muri e tetti di cascine abbandonate e ormai cadute in rovina. L’obiettivo: fare ordine (per dirla semplicemente), creare tumuli in ricordo di una cultura improvvisamente abbandonata, non restaurare bensì ricomporre. Come scrive Martino Pedrozzi, ideatore di questa semplice eppure straordinaria forma di intervento architettonico, “le Ricomposizioni rappresentano una risposta sintetica ed economica alla necessità concreta di dare un nuovo significato agli alpeggi abbandonati, e alla necessità ideale di dare un giusto epilogo al ciclo di vita delle cascine e alla civiltà che rappresentano. Fattori come semplicità, durevolezza, partecipazione, idealismo, coerenza, bellezza, garantiscono nel tempo il valore degli interventi, contribuiscono a rafforzare l'attrattiva paesaggistica e soprattutto consolidano la presenza di valori positivi nella società.”.

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