Piemonte, 1800. Il piccolo contadino Giovanni Bosco mostra un'intelligenza spiccata e il desiderio di studiare: sull'esempio del suo mentore, un anziano curato, si fara' prete. A Torino, ormai adulto, don Bosco entra in contatto con la gioventu' disperata della grande citta': bambini e adolescenti costretti a mendicare e rubare, sfruttati per lavori pesanti e sottopagati. L'uomo mette in pratica un'idea rivoluzionaria: un oratorio settimanale dove i ragazzi potranno giocare, imparare e, soprattutto, sentirsi ancora persone degne d'amore. Il vicario di citta' Clementi, che considera quei giovani irrecuperabili, lo ostacola in ogni modo, e lo stesso don Bosco vacilla quando uno dei suoi protetti uccide un uomo durante una rapina. La generosa offerta di un torinese gli offre l'occasione di ricominciare: aprira' in campagna un nuovo oratorio, munito anche di laboratori per insegnare un mestiere ai suoi ragazzi. L'ostracismo delle gerarchie continua: il nuovo arcivescovo Lorenzo Fassati impone a don Bosco di sciogliere la congregazione dei Salesiani, da lui fondata su consiglio del pentito e ormai moribondo Clementi. La notizia getta nello sconforto il prete, gia' malato, fin quasi ad ucciderlo. Ripresosi, don Bosco presenta le sue scuse ufficiali a Fassati, insegnando ai suoi ragazzi il valore dell'umilta'. Il Papa approvera' poi definitivamente la congregazione dei Salesiani.
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