Recensione di Zona d'ombra


recensione_di_zona_d_ombra_prev.jpg IL 21 APRILE 2016 AL CINEMA. Non mi meraviglia la reazione di Jada Pickett Smith e dello stesso Will contro la mancata nomination agli Oscar di quest'anno di attori di colore. Lo stesso Will nei panni del patologista Nigeriano Dr. Bennet Omalu è istantaneamente da Oscar. Dopo pochi minuti guardando questo film vi scorderete completamente che sullo schermo c'e' Will, purtroppo col doppiaggio italiano perderete parte dello straordinario lavoro dell'attore con l'accento Nigeriano, ma non perderete la gestualità e la fisicità che Smith ha dovuto imparare. Ripeto dopo pochi minuti, senza ricorrere a trucchi o trasformazioni corporee alla Christian Bale, Smith è talmente irriconoscibile che vi sorprenderà. LA STORIA: Dr. Bennet Omalu è stato il primo a individuare quello che poi lui stesso ha denominato come CTE (encefalopatia cronica traumatica): una malattia degenerativa causata da ripetute concussioni alla testa riscontrata soprattutto, che sorpresa, in atleti che praticano sport violenti. Omalu scopre la malattia grazie alla sua innata curiosità nello scoprire le cause della morte dei deceduti di cui fa l'autopsia nell'Allegheny County in Pensilvanua. Un giorno sul suo ordinatissimo e precisissimo tavolo è disteso Mike Webster, campione di Football trovato morto in macchina ufficialmente di attacco cardiaco a soli 50 anni. Dr Omalu paga di tasca sua i costosissimi esami ai tessuti cerebrali di Webster e scopre la malattia. Omalu pubblica la sua ricerca e cosi ha inizio una dura lotta contro la NFL (National Football League americana) che per preservare il suo spettacolo cerca in tutti i modi di screditare il dottore. DIFETTI: Il film è ineccepibile da ogni punto di vista, racconta la storia senza annoiare lo spettatore con la giusta dose di fatti e romance. Da vedere assolutamente se vi piace il genere.E' una storia vera. By Orso.

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