Storie di cantanti e malavitosi che si intrecciano, a dimostrazione di quanto la musica e i suoi interpreti abbiano sempre esercitato un formidabile fascino sui criminali e di come lindustria delle armi abbia sorprendentemente spesso viaggiato in parallelo con quella discografica. Come le musicassette di Mina, ritrovate nel covo del capo mafioso Bernardo Provenzano, i dischi di Lucio Battisti nei nascondigli delle Brigate Rosse e i boss di Cosa Nostra, impegnati nel duplice tentativo di condizionare il Festival di Sanremo e di imporre sul mercato statunitense le voci di artisti italiani. Da Mina (bersaglio prediletto delle cosche italo-americane) a Maria Scicolone, da Dori Ghezzi a Franco Califano, da Tony Renis a Fausto Leali, da Massimo Ranieri a Pupo. Si raccoglieranno le testimonianze di cantanti, musicisti, addetti ai lavori di epoche diverse.
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